Decostruttivismo
Il decostruttivismo è un movimento architettonico spesso contrapposto al movimento postmoderno.
Nell'epoca della tecnica l'ermeneutica della libertà espressiva parte da un presupposto teorico dell'inconscio che, nella tradizione occidentale, è legata all'imposizione di vincoli e tenaglie coercitive dell'autonomia individuale del pensiero.
Ma, è proprio vero che nella modernità l'architettura rappresenta la sua essenza estetica? Oppure si presenta, ancor più, "a-estetica"? senza osservare i canoni ontologici dell'essere atipico della negatività allocato nella forma geometrica, regolatrice di assunti matematici e, quindi, rigorosamente pragmatici nella logica del pensiero.
Vediamo la distorsione, la deformazione, il frastagliamento, la curvatura, lo stiraggio della forma portata al limite della rottura.
La linea retta è sostituita dalla curva che si avvinghia in una spirale spinta nello spazio fino a penetrarlo restituendo un'immagine mutevole che richiama l'archetipo nichilista del divenire e che, inevitabilmente, diventa verdetto sociale sull'ambiente costruito. Con l'aiuto della psicologia freudiana possiamo leggere una sorta di liberalizzazione dall'oppressione funzionalista (Le Corbusier) e Louis Kahn nella seconda parte dei suoi lavori, il quale porta avanti il tema di <la forma segue la funzione>, per interpretare in chiave moderna (Emanuele Severino - Tecnica ed Architettura) l'imprevedibilità, la radicalizzazione della depressione e dell'angoscia come visione del mondo del divenire. Ciò comporta un'analisi del rapporto pensiero ed architettura che si affida alla filosofia per la conoscenza della forma, non tanto, legata alla geometria quanto ad una <theoria> ontologica espressiva della libertà di pensiero che, inevitabilmente, porta alla negazione dei principi ontologici e quindi si lega con forza all'imposizione ed al dominio della Tecnica. L'opera de-costruttivista predilige l'azione di frammentazione della materia, provoca la deformazione dei volumi con conseguente asimmetria degli assi e dei piani, assume dissonanza e scomposizione.
Al costruttivismo, movimento culturale sorto con scopi sociali, nato in Russia nel 1913 viene anteposto il <De> e, quindi, è tolta ogni forza attiva e sociale. L'arte costruttivista si serviva di materiali che la Tecnica e le tecnologie di nuova generazione nel primo ventennio immettevano nella produzione industriale. L'azione dirompente dell'arte, dell'architettura, dell'industria nasce dalla Tecnica che avrebbe dovuto percorrere un cammino di dominio. Il movimento decostruttivista moderno si manifesta nel 1988 al Museum of art di NYC partecipando alla mostra organizzata da Philip Johason e Mork Higuey con la <disarticolazione della forma> secondo una geometria in antitesi alla funzione, comunque, inconfutabile fino ad allora nel modernismo. Uno dei partecipanti al MoMa di New York 1988 è Daniel Libeskind, architetto americano, di origine polacca vincitore, recentemente, del concorso per la ricostruzione dell'area Ground Zero a New York. La mostra in questione sancisce la nascita del movimento decostruttivista che parte dal pensiero del filosofo francese Derrida. Si assiste allo smembramento dell'oggetto e alla ricomposizione delle sue parti.
Secondo un nuovo codice compositivo rispetto a quello convenzionale della composizione architettonica tradizionale <si decostruisce per ricostruire>.
A torto o a ragione, egli è considerato autorevole nel movimento de-costruttivista ed il suo percorso trova inizio con l'ampliamento del museo ebraico di Berlino da leggere sia sotto l'aspetto formale che per l'uso dei materiali scelti nella progettazione ed esecuzione dell'opera.
Ecco alcuni tratti distintivi del decostruttivismo:
Frantumazione della Forma: Una delle caratteristiche principali del decostruttivismo è la rottura delle forme convenzionali. Gli architetti decostruttivisti cercano di destrutturare l'aspetto tradizionale degli edifici, creando spesso una sensazione di frammentazione e caos visivo. Le forme possono sembrare scomposte, inclinate o sovrapposte in modo apparentemente casuale.
Non-Linearità e Contraddizione: Il decostruttivismo abbraccia la non-linearità e la contraddizione. Gli elementi architettonici possono apparire come se occupassero spazi diversi simultaneamente o potrebbero esibire caratteristiche che sembrano contrastanti. Questa contraddizione intenzionale mira a sfidare le aspettative dell'osservatore.
Uso Creativo dei Materiali: Gli architetti decostruttivisti spesso giocano con i materiali, sfidando le tradizionali percezioni di come dovrebbero essere utilizzati. Strutture in metallo, vetro, cemento e altri materiali possono essere combinati in modi innovativi, creando contrasti inaspettati e dando luogo a nuove interpretazioni.
Esplorazione dello Spazio: Il decostruttivismo si interessa profondamente allo spazio, con una particolare attenzione agli effetti visivi che possono essere ottenuti attraverso la manipolazione della luce, della forma e delle proporzioni. Gli spazi possono sembrare ambigui o indefiniti, sfidando le convenzioni della progettazione architettonica tradizionale.
Asimmetria e Dissonanza Visiva: La simmetria, che è spesso considerata una caratteristica chiave della bellezza tradizionale, viene deliberatamente evitata nel decostruttivismo. L'asimmetria e la dissonanza visiva sono enfatizzate per creare un senso di dinamismo e rompere con l'ordine stabilito.
Architetti come Frank Gehry, Zaha Hadid e Daniel Libeskind sono spesso associati al decostruttivismo per le loro opere che incorporano questi principi. Un esempio noto è il Museo Guggenheim di Bilbao progettato da Frank Gehry, caratterizzato da forme irregolari, superfici curve e una fusione audace di materiali. Il decostruttivismo continua a essere un movimento influente che sfida le norme architettoniche, ispirando la creatività e la riflessione sulla natura della forma e dello spazio.
I percorsi irregolari, i vuoti e le direttrici della luce rappresentano ciò che l'olocausto fu: il vuoto per chi dovette soccombere per la crudeltà nazista.