Romanticismo

Nel 1830 quando il neoclassicismo stava gradualmente perdendo la propria influenza in tutta Europa, le nuove generazioni di artisti, erano alla ricerca di qualcosa di nuovo, ciò che ne trassero da questa ricerca del nuovo fu la delineazione di nuovi canoni, le quali portarono successivamente alla nascita del romanticismo. 
Il romanticismo in arte rappresentava delle caratteristiche contrarie a quelle del neoclassicismo. Ogni paese in cui si manifestarono i lineamenti del Romanticismo, sviluppò a sua volta, delle varianti autonome ed individuali: ad esempio, il Romanticismo in Italia aveva delle caratteristiche fondamentalmente diverse da quello francese, inglese e tedesco.

Non esisteva e non nacque mai un vero e proprio manifesto dell'arte romantica, ed infatti, le caratteristiche romantiche dell'arte vennero rintracciate dai vari studiosi attraverso accurate analisi di comuni elementi, e di conseguenza, non vennero enunciate dagli stessi artisti nei loro quadri romantici. 

Secondo le idee romantiche, o meglio, secondo la concezione generale del Romanticismo, la natura era il motore principale della realtà, in grado di fornire immagini all'uomo, le quali che portano a due importanti sentimenti: il pittoresco ed il sublime.

Le rovine in inglese ebbero una grande importanza, poiché trasmettevano allo spettatore la sensazione dello scorrere del tempo e rappresentavano un segno tangibile delle civiltà del passato, e, nello stesso tempo, della potenza distruttiva del tempo sulle creazioni dell'uomo; in sintesi, per i romantici, le rovine (che fossero vere o finte) risultavano essere molto più interessanti ed emozionanti di un edificio conservato perfettamente nel corso dei secoli.

Nell'arte romantica, così come accadde nel romanticismo letteratura ed il romanticismo musica, la passione e la forza sentimentale dell'uomo costituivano un punto irremovibile: il romantico, era sempre alla ricerca delle tenebre, del mistero, delle sensazioni coinvolgenti e drammatiche.

L'uomo, assetato costantemente di novità e di emozioni forti, nella vita, tendeva agli eccessi che poi si estesero anche nel mondo dell'arte. 

La libertà che guida il popolo- Eugène Delacroix

La libertà che guida il popolo si può considerare la prima grande opera figurativa che rappresenta la passione politica del popolo e della borghesia francese. Il dipinto si riferisce infatti all'episodio chiamato "Le tre gloriose giornate" del 1830, quando i parigini insorsero contro il re Carlo X. Il dipinto (260 x 325) è un'opera che racconta la passione politica del popolo attraverso la figura di Marianne, simbolo della Rivoluzione francese.  

La rappresentazione di una romantica fantasia di uguaglianza e libertà. Ispirato dalle opere di Goya e Gericault, Delacroix dipinge su tela una sollevazione popolare. Il popolo parigino è raffigurato, con le armi in mano, durante la sua marcia al seguito di una donna, Marianne, che sventola la bandiera francese. 

Circondata da una moltitudine di insorti e soldati morenti, Marianne è allegoria della libertà. Si erge trionfante e impetuosa, con i seni scoperti, avvolta soltanto da un cono di luce abbagliante. Indossa abiti contemporanei e un berretto frigio, simbolo dell'idea repubblicana già nel 1789. Marianne è colta nell'attimo in cui avanza sicura sulla barricata, sventolando con la mano destra il Tricolore francese e impugnando con l'altra un fucile, a suggerire la sua diretta partecipazione alla battaglia. 

I colori scuri dell'opera, sono stemperati dalla luminosità dei tre colori repubblicani (blu, bianco, e rosso), che dalla bandiera sventolata dalla Libertà si irradiano in tutta la scena, dalle cinture ai berretti, dalle vesti al sangue. 

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